Il bikini e la sua storia: dal 1400 a.C. alle ultime tendenze (Articolo sulla rivista "XD MAGAZINE" di Giugno2014)

Oggi passeggiare in spiaggia o sostare a bordo piscina con un costume a due pezzi è una cosa normalissima, ma non è sempre stato così. Il cosiddetto bikini ha dovuto superare moltissime critiche e pregiudizi per poter essere indossato tranquillamente dalle donne di tutto il mondo. Ma facciamo un passo indietro. Si dice che il bikini è un indumento lanciato anch’esso “come una bomba” dopo quella effettiva che gli americani lanciarono nel 1946 su un atollo delle isole Marshall chiamato per l’appunto Bikini. Pochi giorni più tardi, infatti, precisamente il 5 luglio 1946, uno stilista di nome Louise Réard diede il via, a Parigi, a una nuova moda che dilagò, nel giro di una quindicina di anni, in tutto il mondo, inventando il costume a due pezzi. Réard prese probabilmente spunto da un altro stilista, Jacques Heime, che pochi mesi prima aveva inventato l’Atome, il costume più piccolo del mondo. I più antichi costumi a due pezzi risalgono addirittura al 1400 a.C., così come vengono mostrati su degli affreschi e mosaici di epoca greca e romana. Insomma, dopo il costume intero, già una faticosa conquista per le donne, quello a due pezzi portò un’ondata di polemiche, dopo che nell’Inghilterra vittoriana, gli stabilimenti balneari erano divisi, separati, in modo che le persone di sesso opposto non potessero avere contatti o dopo che la nuotatrice australiana Annette Kellerman venne arrestata perché il suo costume lasciava le braccia scoperte. Indossare il bikini in quell’epoca rappresentava dunque un vero e proprio oltraggio al pudore! Dopo anni di polemiche il costume a due pezzi iniziò ad essere apprezzato prima di tutti dalle star del cinema intorno agli anni 60. L’italiana Sofia Loren, Brigitte Bardot, Marylin Monroe e la bellissima Ursula Andress, famosissima bond girl in “007”, furono delle vere e proprie icone pubblicitarie, che sponsorizzarono questo famoso “indumento del peccato”.  Da allora la diffusione del due pezzi fu talmente rapida che le dimensioni del costume da bagno si rimpicciolivano sempre di più fino all’invenzione del monokini, che lascia praticamente il seno scoperto.

Oggi, estate 2014, spopola il bikini con il pezzo superiore a mo’ di fascia, non più con i famosi triangoli che lasciano quell’orrendo segno dell’abbronzatura. Sulle passerelle sfilano anche costumi interi, definiti molto sexy dagli stilisti e impreziositi da gemme luccicanti e dettagli in macramè, perfetti per un party in piscina. Frequenti sulle riviste quelli interi e asimmetrici, ossia tagliati in alcuni punti del girovita in modo da lasciar trapelare un po’ di pelle in più rispetto ad un costume  intero classico. Tornano inoltre di moda i costumi con il pezzo di sopra più grande, come se fosse un bustier, e quelli con lo slip a vita alta, ottimi per nascondere le imperfezioni del girovita. Fra i tessuti più usati c’è sempre il lycra, ottimo perché si asciuga facilmente al sole ed elasticizzato al punto giusto. Altro materiale molto utilizzato quest’anno è il neoprene (il  tessuto delle tute da surf, per intenderci), lanciato dalla ormai nota “Triangl Swimwear”.  Per quanto riguarda le fantasie, ci si può sbizzarrire come più si vuole, vale la regola del “mix and match”, ossia mettere insieme  due pezzi presi da costumi differenti. Tornano anche quest’anno i colori fluo e l’animalier, con un tono più etnico. Il floreale è quello più usato, rose e motivi tondeggianti in stile shabby chic. In vista dei mondiali in Brasile, non possono mancare colori caldi e accesi come il verde, il giallo, il turchese e il viola orchidea, colore dell’anno. 





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